Quando l'incrocio dell'uomo è un bluff!!!!!

 Aprirei questo post con una frase.....l'incrocio maschile c'è, ma deve essere funzionale, altrimenti è una gran cagata!!!
Uhmmm spunto interessante vero?
Beh in realtà lo studio del Tango ha profonde radici introspettive, cadono limiti, muri, convinzioni...e meno male, a differenza del pensiero dei più!
Non parlerei della tecnica (non ne sarei capace, lo faccio fare ad altri), ma di quello che si nasconde dietro una lezione di tango. Da una lezione di tango ci si aspetta una cosa fondamentale:apprendere l'esecuzione del passo. Da un po' di tempo a questa parte ho virato verso altro pensiero (devo dire molto complesso), e cioè comprendere perchè e come nasce quel passo, le possibilità che mi offre, le differenze con altri passi, come coniugarlo con la musicalità e come e quando collocarlo nella frase musicale. Vedete? Se non ci si ferma in superficie abbiamo una rosa di argomenti pronti a tenerci impegnati sino a sera e forse più; cercherò di trarre una mia personale conclusione alla quale spero seguano interessanti punti di vista (accettiamo anche i più strampalati). La mia conclusione è questa: prendi tutti i passi che conosci e se hanno una esecuzione a sinistra prova sulla destra! Da questo momento iniziamo a fare sul serio, e cioè capire e iniziare a gestire il nostro corpo che non può e non deve essere una macchina, ma pensare. Eseguire un passo anche sull'altro versante è uno studio interessantissimo, di grande prova (anche per i nervi) perchè si inizia a comprendere una cosa fondamentale e cioè:le infinite possibilità del tango!!!infatti Marechal scriveva "il Tango offre infinite possibilità"...è vero. Io, da chi nel Tango ancora non ha capito un tubo (effettivamente), sono in una fase di continua ricerca, una fase importante, e da ciò nasce anche la convinzione che iniziare a ragionare su quello che si fa o su quello che ti hanno insegnato è determinante. Mettere tutto in discussione e verificare se quello che si conosce è l'esecuzione perfetta! Esiste l'esecuzione perfetta? Non credo. Esiste invece il tempo che passa. Cambiano i costumi, il modo di pensare, la musica ed anche il Tango. Ballare oggi un Tango sarà diverso se ballato un anno dopo. Difatti c'è chi si ostina a propinare passi e metodologie legate al passato, e questo non va bene. Il cambiamento nasce e si crea da chi balla, da chi sente la musica. In quel momento il maestro non c'è, sei da solo e devi comunicare attraverso i tuoi studi personali, in minima parte con alcuni consigli, ed una buona dose di consapevolezza. In questi giorni ho compreso che incrociare in un determinato passo senza una conseguenza utile ha un retro gusto di barocco, è come se fosse profumo di chiuso. Concludo dicendo solo questo: ricerco la freschezza del movimento che mi offre una maggior comprensione della ballerina aiutata nei "suoi" passi...conclusione che si lega alla prima e cioè non incontrare limiti. Pertanto se quello che faccio a sinistra lo eseguo anche a destra avrò aggiunto un tassello in più. Ma la ricerca continua...e da oggi io non solo osserverò il mio maestro ma lo ascolterò con maggiore attenzione; altro elemento importante, perchè il Tango si apprende anche seduti in una docile e proficua conversazione.
domenica 22 maggio 2011